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“Un percorso fantastico, interattivo, in un vero bosco incantato, tra orchi, fate e cavalieri,
dove i bambini saranno i protagonisti e gli adulti torneranno bambini.
Un bosco fuori dal tempo, dove virtù, lealtà e altruismo,
saranno gli ingredienti necessari per affrontare streghe, gnomi e lupi mannari”
Così viene descritta l’attività nel sito ufficiale.
Il percorso, attrezzato lungo un sentiero laterale nel bosco che si percorre per raggiungere la Sacra di San Michele, ha effettivamente qualcosa di magico.
Nel cuore della Val di Susa, un gruppo di validi attori professionisti si propongono di far vivere ai bambini un emozionante viaggio tra orchi, fate e fantastiche creature. Le ambientazioni sono fatte bene e sono molteplici. La storia è raccontata da professionisti che maneggiano una buona formazione teatrale e i bambini ne sono colpiti. L’intento è quello di far si che i bimbi possano mettere alla prova le loro capacità relazionali e di gestione delle emozioni, dall’euforia allo scetticismo, allo stupore ed anche alla paura.
Camminando lungo il sentiero il cantastorie offre ai bambini diverse emozioni ed al contempo anche gli strumenti per accoglierle e superarle. Lungo il tragitto i bimbi vengono anche coinvolti nella raccolta di oggetti e nell’interazione con i personaggi fantastici.
Delle tre avventure che sono disponibili, noi abbiamo partecipato alla “Maledizione dell’Orco“, nella quale “Solo chi possiede un cuore sincero e un animo altruista potrà avvicinarsi al Generale Orco… raggiungete la Radura degli Alberi Storti e state molto attenti… il Bosco delle Meraviglie vi verrà in aiuto…”…così ha detto l’Albero Parlante.
A nostro avviso c’è certamente da apprezzare un notevole sforzo e tanta professionalità; ci è però parso tutto un po’ troppo di matrice disneyana, motivo per cui c’erano troppe battute quasi più comprensibili dagli adulti e traspare l’intento di voler imitare più un cartone animato che uno spettacolo teatrale.
C’è da dire che la nostra Valentina era forse un po’ troppo piccolina (3 anni) ed era più interessata ai tronchi e ai sassi. I bimbi più grandicelli erano decisamente più partecipi e coinvolti.
Nel complesso l’impressione è comunque stata ottima e ci rimane la curiosità di vedere gli altri due “episodi”. Forse tra qualche anno però.
Segnaliamo che il prezzo a persona è relativamente elevato per cui valutate se mandare un solo adulto ad accompagnare i figli.
Indirizzo:
Via Umberto I, 102 – 10057 Sant’Ambrogio di Torino (Torino)
Orari:
Mattino: partenza storie alle 9.30
Pomeriggio: partenza storie alle 14.30
ATTENZIONE: l’attività dura circa tre ore, per cui in caso di partenza al mattino è necessario organizzarsi con un pranzo al sacco oppure prenotato in una delle trattorie limitrofe. Noi abbiamo mangiato benissimo all’Osteria del Merlo.
Tariffe:
Biglietto intero: 14 €
Biglietto ridotto: 11,50 € (gruppi organizzati, scuole)
La Prenotazione è OBBLIGATORIA con almeno alcuni giorni di anticipo.
Per ulteriori informazioni e per le prenotazioni potete telefonare al numero 011-9323021 oppure consultare il sito del Bosco delle Meraviglie.
Al momento della prenotazione vi verrà inviata una mail estremamente ricca di dettagli ed informazioni utili.
Oltre ad uno spettacolo teatrale itinerante e ad una bella camminata nella suggestiva cornice offerta dalla macchia che circonda la Sacra di San Michele, il Bosco delle Meraviglie vuole essere un parco emozionale, e questo ci offre lo stimolo e occasione per riflettere sul tema dell’intelligenza emotiva.
Lo psicologo statunitense Howard Gardner, con la sua Teoria delle intelligenze multiple, supera il concetto restrittivo che vuole l’intelligenza collegata esclusivamente al QI e quindi circoscritta al settore logico/linguistico, per arrivare ad un concetto più ampio e dinamico che abbraccia anche la sfera musicale, corporea, interpersonale, naturalistica, tecnologica,…
Grazie ad un altro psicologo statunitense, Daniel Goleman, il termine “intelligenza emotiva” trova maggiore diffusione e ha permesso a tanti, addetti ai lavori e non, di riflettere sul grande potere che le emozioni hanno sulla nostra persona, sulle nostre scelte e relazioni, e quindi sulla nostra vita. Empatia, automotivazione, gestione dello stress, capacità di leggere e gestire le emozioni, proprie ed altrui che ci permettono di connetterci con noi stessi e con gli altri e di comunicare: è su questo terreno, molto più che in altri, che si gioca la partita del successo personale e della felicità.
Capiamo quindi quale immensa responsabilità e regalo si possa fare ai bambini, per equipaggiarli al meglio, fin da subito, dando loro gli strumenti per raggiungere il vero successo personale.
Ad oggi diverse asili e scuole abbracciano e fanno propria l’educazione emotiva, e molti genitori si interrogano e si informano sull’argomento.
Ma cosa si può fare quindi concretamente come adulti che si occupano di bambini? Innanzitutto mettersi in ascolto empatico del sentire del bambino e poi non giudicare ma autorizzare i piccoli a provare tutte le emozioni, senza censure o tentativi di depistaggio, frutto a volte di retaggi del passato (“sei un ometto non piangere”, “non ti sei fatto niente”,…) più che di reale convinzione. Aiuta anche diventare consapevoli delle proprie emozioni e non nascondere ai bimbi: il sapere che mamma e papà sono arrabbiati o tristi li aiuta a sperimentarsi nell’empatia, migliora la comprensione delle emozioni (viste nell’altro come specchio delle proprie) e a comprendere che non sono “sbagliati” quando anche loro sono arrabbiati o tristi e che possono condividere il loro sentire con gli altri. Altro step importante è verbalizzare l’emozione (“sei proprio arrabbiato in questo momento”) perché soprattutto per i più piccini (ma vale ad ogni età) dare un nome alla emozioni aiuta a comprendere e prendere coscienza di quello che realmente si prova, definendo un confine a quella che è un’onda emotiva che spesso travolge (e poi permette di richiamare il vissuto alla memoria e rifletterci).
Passo a passo si possono poi sostenere i bambini nel gestire queste emozioni che stanno imparando a conoscere, aiutandoli a raggiungere accordi e strategie di decompressione/sfogo, salvaguardando anche la relazione rispettosa e la comunicazione con gli altri.
Anche sul tema dell’autostima, genitori, familiare, educatori ed insegnanti possono fare molto: elogi, critiche, ricatti emotivi, svalutazioni possono fare la differenza per l’equilibrio e l’armonia personale, facendo si che i bimbi si sentano competenti, liberi, felici e realizzati oppure… facciano più fatica a farlo.
Libro consigliato (purtroppo fuori catalogo ma reperibile in biblioteca): “Piccolo drago” di Thierry Robberecht
Buona avventura!